Follesa ti porta…al Carnevale in Sardegna!

In Sardegna c’è un carnevale per ogni luogo 

Una volta spenti gli spettacolari falò in onore di Sant’Antonio, il 17 e il 18 gennaio, e di San Sebastiano il 20, l’atmosfera di festa prosegue a febbraio col il Carnevale, anzi con i carnevali di Sardegna.

Su carrasecare (così viene chiamato il carnevale nell’entroterra sardo) ha tanti volti.

Ogni comunità lo celebra secondo propri codici, vocazioni e particolarità. 

I fuochi di Sant’Antonio ne segnano l’inizio con le prima uscite della maschere tradizionali, la fine arriva col mercoledì delle Ceneri, la cui celebrazione più affascinante è a Ovodda.

Sacro e profano, passione e identità.

Ogni inverno si rivivono rituali che vengono tramandati per secoli da generazioni in generazioni.

Non solo rituali ma anche prelibatezze che vengono riscoperte proprio in questo periodo come: fave e lardo, pistiddu e coccone, zeppole e ovviamente del buon vino.

Il Carnevale sardo sono maschere, riti, vita quotidiana, senso di sacralità e d’identità

Le maschere tradizionali legate al ‘cuore’ della Sardegna hanno avuto tanto successo per il loro ripercorrere momenti di vita agropastorale, per il loro rivivere scene che sprigionano, di anno in anno, intense e misteriose suggestioni.

Il carnevale a Mamoiada

A Mamoiada sono protagonisti i Mamuthones, vestiti di pelli di pecora nera e col viso coperto da grottesche maschere lignee che ne nascondono l’identità. Queste maschere si esibiscono in una danza ancestrale, cadenzata dai campanacci caricati sulle spalle. 

Gli Issohadores, con indosso un corpetto rosso e una maschera bianca, catturano queste maschere ‘animalesche’ (e gli spettatori) con una fune. 

Il carnevale a Ottana

A Ottana sono ‘di casa’ le maschere dalle lunghe corna dei Boes e dei Merdules.

Il carnevale a Orotelli

A Orotelli vanno in scena i Thurpos (ciechi), vestiti e incappucciati con cappotti di orbace nero e coi volti ricoperti di fuliggine, presa dalle ceneri dei falò. Simboleggiano il rapporto tra uomo e animale, tra padrone e servi. 

Il carnevale a Samugheo

I protagonisti principali del carnevale di Samugheo sono i su Mamutzone, maschera muta col volto annerito dal sughero bruciato che, sopra un abito di fustagno nero, indossa una casacca di pelli di capra senza maniche, con una cintura da cui pendono diverse file di sonagli. La sua ritualità affonda le origini nella cultura agropastorale e conserva parecchi elementi del culto di Dioniso, rappresentato da s’Urtzu, che ne inscena la passione e la morte al quale si possono ricondurre anche i comportamenti dei Mamutzones che saltano invasati proprio intorno a s’Urtzu. 

La sacralità dei Mamutzones è testimoniata dalla cantilena da questi tradizionalmente recitata mentre inseguono i bambini del paese: “S’Ocru mannu piludu non timet a nissunu, solu du Deus mannu, s’Ocru mannu corrudu…” (L’Orco grande peloso non teme nessuno, solo il grande Iddio, l’Orco grande cornuto…).

Non perdere uno degli appuntamenti più attesi dai sardi!

Follesa ti porta…nel carnevale in Sardegna! Ecco le date

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Segnati due date:

  • 5 Febbraio a Samugheo
  • 19 Febbraio ad Ottana

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